Da alcune settimane il tempo meteorologico appare come bloccato, in una eterna attesa di eventi nuovi che possano riportare acqua e neve sulla nostra regione, speso colpita dal vento da nord, con temperature massime fuori norma di diversi gradi. Invece siamo costretti a sentire come, a pochi chilometri da qua, appena al di là delle Alpi, siano sepolti da metri di neve, oppure, per stare alla cronaca di casa nostra, ad assistere a pesanti ondate di freddo e maltempo con nevicate fino in pianura al sud Italia.
Assistiamo a questi fenomeni chiedendoci dove sia finito il vero inverno e magari non ci rendiamo nemmeno conto che sono già diversi anni che ci facciamo questa domanda, dato che di inverni veri è da un po’ che qui al nord Italia non ne vediamo, e questo deve far riflettere, soprattutto quelli che “…è tutto bello perché fa caldo e c’è il sole..”, e non si chiedono come mai tutto questo accada e, soprattutto, se è giusto che accada.
In rete si legge un po’ di tutto, soprattutto di questo stratwarming, un riscaldamento anomalo della stratosfera terrestre che ha delle conseguenze importanti sull’evoluzione meteorologica al suolo. Infatti lo stratwarming è in grado di produrre una rottura o separazione (split) in due lobi del cosiddetto vortice polare, la depressione in quota che staziona sul polo specie nel periodo invernale e che è responsabile delle discese di aria fredda verso le medie latitudini. In seguito allo split sul polo si forma un’area di alta pressione (con temperature anomale, superiori alla media anche nella troposfera) mentre i due lobi si dirigono verso sud/nord apportando condizioni di maltempo e intenso calo termico. Tale configurazione è stata all’origine delle più intense ondate di gelo che hanno investito il continente europeo (Italia compresa) nel 1929, 1963, 1985 e 2018. Tale configurazione atmosferica è del tutto temporanea e reversibile ed il vortice polare può ricomporsi dopo 15/20 giorni sulle latitudini di sua competenza. Il meccanismo esatto di influenza dello stratwarming sulla bassa troposfera non è noto ed è tuttora oggetto di studi (definizione di Wikipedia). Soprattutto, aggiungiamo noi, non è detto che la sua presenza debba avere per forza ripercussioni sul nord Italia, quindi viviamo alla giornata e vediamo se questo fenomeno stratosferico produrrà effetti anche qua.
Intanto la situazione resta bloccata a causa della presenza ingombrante dell’anticiclone atlantico che, restando ben ancorato alla penisola iberica, non permette alle perturbazioni e all’aria fredda di entrare nel Mediterraneo e portare le tanto attese precipitazioni, in particolare la neve sulle Alpi.
La carta della distribuzione della pressione prevista per la giornata di martedì 15 gennaio 2019, testimonia questa situazione. Si vede molto bene il braccio proteso dell’anticiclone a protezione del nord Italia che mantiene tempo stabile, soleggiato e secco:
Fino a quando durerà questa situazione? Di preciso non si sa. Certo è che nell’immediato grandi cambiamenti non se ne vedono.
Il tempo previsto per la prima parte della settimana entrante sarà la fotocopia dei precedenti, con la differenza che lunedì il foehn, il vento da nord che scalda l’atmosfera, potrebbe fa salire le temperature massime fino oltre i 15. Martedì ancora bel tempo con temperature in diminuzione laddove sarà cessato il vento. Mercoledì uguale.
In attesa che cambi qualcosa, il PML augura a tutti buona settimana.
Foto copertina: il Monte Legnone, 2609 mt di altezza, in veste non propriamente invernale….. (M. Costagliola)