I modelli meteo in crisi, previsioni ballerine

Quello che è successo nell’ultima settimana nella stratosfera, al di sopra del Vortice Polare, ha scombussolato e ridotto di molto la stabilità dei modelli meteo che non sanno più …che pesci pigliare!

Infatti basta guardare il solito grafico “ a spaghetti” per rendersene conto: già a quarantotto ore essi divergono gli uni dagli altri, diventando sempre più caotici, tanto che a 10 giorni dalla data di emissione abbiamo circa 25° di differenza tra i due run estremi!

Per capire cosa sia successo occorre allora parlare del Vortice Polare e dello strat-warming che lo ha interessato in questi ultimi giorni. Partiamo dal Vortice Polare, facendoci aiutare da Wikipedia:

“Il vortice polare è un’area di bassa pressione che staziona in quota in modo semi-permanente sopra il Polo nord…è una figura barica su larga scala presente nella stagione invernale: si irrobustisce/estende in autunno e si restringe/colma a partire dalla primavera …. La zona di bassa pressione può essere schematizzata come una grande trottola in quota con moto circolatorio in senso antiorario, centrata sulla verticale del polo nord. Invece, nella troposfera il regime barico è di prevalente alta pressione.

Maggiore è la velocità di rotazione più intenso è il vortice (in termini di valori di bassa pressione e quindi velocità e intensità dei venti in quota) e minore è la probabilità di irruzioni polari verso le medie latitudini.”

Nel caso in cui la corrente a getto polare che circonda il vortice, contenendolo, subisca un rallentamento, il vortice si indebolisce e aumenta la probabilità che invii delle saccature piene di fredda aria artica verso le latitudini più basse.

Sempre con l’aiuto di Wikipedia vediamo invece cosa sia lo stratwarming:

“In meteorologia con il termine stratwarming si intende un riscaldamento anomalo della stratosfera terrestre. Il riscaldamento può essere lieve, moderato o intenso dando vita a minor, medius e major stratwarming (fino a 60 °C di anomalia) e rilevabile tramite radiosondaggi atmosferici.

Lo stratwarming si presenta in massima parte d’inverno e sembra coinvolgere in misura molto maggiore l’emisfero settentrionale piuttosto che quello meridionale. Le cause dello stratwarming sono ancora poco chiare nella comunità scientifica sebbene siano state avanzate ipotesi che coinvolgono l’attività solare da una parte e l’influenza delle onde planetarie dall’altra.”

Nelle ultime settimane si è verificato uno stratwarming major, come possiamo vedere dalla immagine seguente, dove, in brevissimo tempo, la temperatura stratosferica a 30 hPa sopra il polo è balzata da -82 a -32 gradi.

A causa di ciò, il vortice polare si è scisso in due lobi, indebolendosi, uno centrato sulla Siberia e l’altro sul nord del Canada, separati dalla zona di alta pressione che si è formata a causa del improvviso riscaldamento.

A volte, ma non sempre, lo sconquasso generato dallo stratwarming nella stratosfera riesce a trasferirsi anche nella troposfera, cioè nello strato inferiore della atmosfera, dove si generano tutti i fenomeni meteorologici, condizionandoli.

Monitorando i grafici delle temperature della stratosfera polare (il grafico sovrastante si riferisce alla temperatura misurata sopra il Polo Nord a 10 hPa) si riesce a notare di quanto la temperatura misurata (linea nera) si discosta dalla temperatura media del periodo (linea grigia):

  • Se la temperatura è molto sotto la media si ha un Cooling del Vortice Polare Stratosferico con un conseguente suo approfondimento e compattamento e con l’Artic Oscillation che tende ad essere positiva (aumento della probabilità di avere un  prevalente regime anticiclonico sull’Europa).
  • Se la temperatura è molto sopra la media si ha un Warming del Vortice Polare Stratosferico con una conseguente sua debolezza e l’Artic Oscillation che tende ad essere negativa (aumento della probabilità di avere colate fredde sull’Europa).

“ L’Artic Oscillation o indice AO è un indice descrittivo che fa parte delle teleconnessioni atmosferiche. Detto indice varia in modo non stagionale e senza particolari periodicità. L’indice AO è calcolato in base alla differenza di pressione al suolo tra l’artico e le medio-basse latitudini, generalmente comprese tra il 37º ed il 45º parallelo.”

Guardiamo allora l’ultimo grafico disponibile dell’ indice AO:

La linea nera indica i valori misurati mentre in rosso sono indicate le varie ipotesi di valori previsti nei prossimi giorni, valori che rimangono raggruppati fino a due giorni, poi tendono a divergere ma continuando a mostrare, in ogni caso,  una tendenza a portarsi verso valori decisamente negativi.

A questo punto ecco alcune considerazioni:

  1. Nei giorni scorsi si è verificato uno stratwarming major che ha portato al indebolimento e alla scissione del vortice polare.
  2. A volte, ma non sempre, dalla stratosfera gli effetti dello stratwarming si propagano nella sottostante troposfera, condizionando i fenomeni meteo in varie parti del emisfero nord.
  3. L’indice AO sembra, almeno nelle previsioni per i prossimi 10 giorni, iniziare a risentirne gli effetti, tanto che sembra tendere verso valori negativi, indicando una maggior probabilità per irruzioni di aria artica alle medie latitudini.
  4. Altri indici teleconnettivi quali ad esempio NAM (Northern Annual Mode) e NAO (North Atlantic Oscillation) sembrano anch’essi confortare le previsioni relative a AO viste in precedenza.

La scarsa stabilità dei modelli nelle previsioni dopo due o tre giorni dalla data di emissione si riflette nelle previsioni che le varie app ci stanno propinando per i prossimi giorni e che risultano in alcuni casi molto diverse una dell’ altra e che cambiano ad ogni aggiornamento.

Ormai da giorni molti siti web parlano di scenari polari apocalittici,  con colate di fredda aria artica pronte ad invaderci nei prossimi giorni.

Staremo a vedere cosa in effetti succederà ricordando però, a scanso di feroci delusioni, che si parla solamente di un aumento di probabilità che tutto ciò accada e non che, ad oggi, sia possibile dire che accadrà realmente. Inoltre le previsioni dovrebbero essere fatte non secondo il proprio desiderio che si verifichi lo scenario che più si desidera.

In ogni caso, se effettivamente lo strat-warming riuscisse a propagarsi nella troposfera (come in effetti pare stia facendo), se effettivamente avremo colate di aria artica che invaderanno l’Europa, rimane sempre il dubbio se queste investiranno direttamente in modo massiccio l’Italia o se la sfioreranno solamente o se investiranno i Balcani o solo l’Europa centrale,  se riusciranno a scavalcare le Alpi…sesese

Di certo sappiamo per ora solo una cosa: gli ultimi dieci giorni del inverno  e l’inizio della  primavera,    (quella meteorologica inizierà il primo marzo) saranno probabilmente molto movimentati e ricchi di sorprese, ma quali saranno e che intensità avranno, mi sembra ancora troppo presto per dirlo.

Negli ultimi anni, in questo periodo iniziavo a seminare in serra esterna i semi che soffrono il freddo, quali ad esempio quelli dei pomodori e zucchini e nel terreno libero quelli più resistenti come carote, lattughe e prezzemolo, ma quest’anno, visto la situazione sopra descritta, per prudenza e scaramanzia ho deciso di posticipare il tutto.

Alla prossima

Grafici di temperatura e indice AO, NAO  by http://www.cpc.ncep.noaa.gov, testo virgolettato da Wikipedia, foto di anteprima by ab.


Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Permalink link a questo articolo: http://www.meteolodi.net/2018/02/18/modelli-meteo-crisi-previsioni-ballerine/